Icona - Finalpia

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Parrocchia > La chiesa
Descrizione dell'Icona dell'Abate benedettino Felice Vaggioli
Tra le più belle, ed antiche immagini della Madre di Dio, di cui é ricca la cristianità, senza dubbio è da annoverarsi quella di Nostra Signora di Finalpia sotto l'invocazione di Maria Pia, celebre fin dal medio evo per le innumerevoli grazie e prodigi in pro dell'umanità.
Essa é dipinta in legno, sopra un sottile preparato di gesso.
Il quadro é, di un metro e trenta centimetri d'altezza, su settantacinque centimetri di larghezza. Lo sfondo, di cui non si vedono che pochi lembi, è cupo azzurro con stelle, dal quale spiccano bellamente le venerate sembianze della Vergine rappresentata in mezza figura, in atto di stare in piedi.
Tiene il capo alquanto piegato verso la spalla destra, ha il volto pieno di grazia e maestà misto a mestizia e serietà conforme lo stile delle antiche Madonne.  
Lievemente bruno ne è il colorito, ampie le pupille, che sono composte a divozione, lungo ed affilato il naso, piccola la bocca, regolari e quasi rotonde le guancie, lungo il collo e la fronte spaziosa è in parte celata, come anche i capelli e le orecchie, da finissimo velo bianco, listato di rosso all' uso orientale, che le scende oltre le spalle, e sopra di esso un ampio manto azzurro. tempestato di stelle, con fimbrie dorate, ne avvolge augusta persona. Nella parte superiore della fronte, sulla falda del manto azzurro, tiene una rosa d'oro con un ametista nel mezzo; un poco più a sinistra è una fulgida stella d'oro, e parimente sullo stesso manto, fra il petto e la spalla sinistra, un'altra grande stella dorata con un rubino nel centro.
La tunica della Ss. Vergine è di scarlatto col golino dorato a ricami, e le circonda il capo una larga aureola dorata dalla quale sporgono lievemente In oro lucente le parole del saluto angelico: Ave gratia piena, Salve o piena di grazia.
Colla mano sinistra la divina Madre tiene raccolto alla persona il lembo destro del suo manto, e col traccio destro sorregge e stringesi al seno Gesù Bambino, vestito di tunichetta color rosa col golino e polsini arabescati in oro, ed una stretta cintura gli serra ai lombi la vesticciuola. Il divin Pargoletto, coi capelli ricciutelli a color d'oro, ha sembianze graziose e serene miste a serietà: ha il braccio destro pendente, e colla piccola mano distesa si tiene la pianta del piede sinistro poggiato sul ginocchio destro. Il braccio sinistro poi tiene steso verso il cuor della Madre, e sull'indice della mano ha un variopinto uccelletto.
A ciascun lato della Vergine sono dipinti due bellissimi serafini colle mani giunte e composte sul petto, in atto d' adorazione. Le loro facce sono assai giovanili e pietosamente raccolte a preghiera: i lunghi, biondi, ed inanellati capelli, piovon loro sulle spalle. Quel di destra è un poco più grandicello del compagno, e indossa una tunica color verde-arancio cospersa di fiorellini color bruno, ed ha le ali color rosso-scuro. Quel di sinistra è in tunica rossa, e le sue ali sono di un verde-cupo. Ambedue hanno un nimbo intorno al capo, ed una stola sacerdotale di color bianco, segnata da croci nere, scende loro dalle spalle sul petto e quivi incrociatasi, con le due estremità si prolunga fin'oltre i fianchi.
N.D.R.: si è conservato il testo originale, correggendo solo i refusi.
Da notare che nel 1897 lo sfondo del quadro era "cupo azzurro con stelle", mentre ora è dorato. L'antica usanza dei fedeli di appuntare (con spilli) suppliche e preghiere direttamente sul dipinto aveva ridotto lo sfondo del quadro in uno stato pietoso. Verso la metà del sec. XX un monaco-pittore (P. Leandro Montini) aveva rimediato ai guasti ricreando poi lo sfondo dorato, che un tempo già c'era, come risultava dal preparato di gesso.
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