Altar Magggiore
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L'ALTARE MAGGIORE
La navata è dominata dall'ANCONA,
il maestoso monumento settecentesco intronato al centro del presbiterio,
che ingloba l'antico l'Altare Maggiore.
NOTA: Davanti all'Ancona è stato posto un altare provvisorio,
affinché il Celebrante sia rivolto verso l'Assemblea.
Navata vista dall'alto dell'Ancona
Primo piano dell'Ancona che racchiude, come una preziosa gemma,
l'Icona delle Madonna di Pia.
L'ANCONA
Leggiamo in un operetta sul nostro Santuario scritta dallo storico P. G. Salvi O.S.B. che ”I Signori Don Ottavio Maria Prasca, canonico della collegiata di Finalmarina e il dottor Cristoforo Maria, suo fratello, nel 1728 fecero costruire a proprie spese l’altare maggiore con la graziosissima ANCONA e le balaustre, tutte condotte a “marmi fini e mischi di Palermo”
Detta Ancona racchiude in una cornice ovale di marmo nero la sacra ICONA DELLA MADONNA DI PIA, il cuore del nostro Santuario.
Si tratta di una tavola riproducente la Madonna col Bambino. Verso questa icona intensa è stata la devozione dei fedeli nel corso dei secoli. Vari indizi ne riportano l’origine agli inizi del Quattrocento, il che è confermato dall’esame stilistico del quadro sul quale mancano per altro indicazioni cronologiche precise. Ciò significa che nel periodo precedente doveva esistere nella chiesa di Pia un’altra effigie della Madonna, andata in seguito perduta o sostituita per motivi a noi sconosciuti. L’attuale quadro, infatti, fa la sua comparsa nella chiesa di Pia nel 1533, anno in cui esso venne esposto nella grandiosa cornice lignea intarsiata da Fra Antonio da Venezia. In seguito ne venne eliminata la parte superiore terminante ad arco acuto e furono compiute alcune altre modifiche. Si può supporre che il quadro costituisse alle origini il pannello centrale di un polittico, ridotto poi alle attuali proporzioni a causa del deterioramento delle parti circostanti.
Quanto all’autore, un’attribuzione a Niccolò da Voltri, attivo fra il 1385 e il 1417, è stata proposta dal grande critico Adolfo Venturi: l’identificazione si basa su di un confronto con un soggetto molto simile, chiaramente firmato, esistente nella chiesa genovese di S. Donato e che presenta forti analogie col quadro di Pia quanto alla struttura compositiva del gruppo raffigurato. La Madonna è attorniata da due angeli dalle stole incrociate e rivela, nella staticità della composizione e nella peculiarità della decorazione, un persistente influsso bizantino filtrato attraverso una mediazione dell’arte senese. Il quadro, in ogni caso, deriva la sua importanza anche dal fatto che esso costituisce una delle rare testimonianze della pittura ligure fra il ’300 e il ’400.
Qui a destra c'è un polittico del 1600 dove l'immagine centrale della Madonna e circondata dalle tradizionali 15 immagini del Rosario.
Si è recentemente suggerita l’origine funeraria del nostro quadro, nel senso che esso sia stato commissionato in suffragio di una qualche anima.
Il divin Bambino tiene sul dito indice della mano sinistra un unccellino (un cardellino?)
Difatti l’immagine dell’anima che liberata dai vincoli terreni si libra come un uccello ricorre in tutta l’arte medioevale (ricordiamo qui la stessa visione dell’anima di S. Scolastica, appena deceduta, che ebbe S. Benedetto).
C’è inoltre, in questo quadro, un particolare che lo rende unico in assoluto. In nessun’altra rappresentazione di Gesù in braccio alla Madre, si vede il Bambino vellicarsi la pianta di un piede.
Gesto che, invece, è abbastanza frequente nei bimbi che, ancora scalzi, giocano sulle ginocchia della mamma.
Altare maggiore
Durante i restauri della chiesa (2004) venne fotografata la parte inferiore dell'Ancona,
che incorpora l'Altar maggiore.
L'unica aspetto negativo di questo elegante esempio di arte barocca è che
questo Altare non è rivolto verso all'assemblea dei fedeli.
Impalcature per i restauri
Durante i retauri della chiesa si lavorò anche al soffitto.
E' così che, dall'alto delle impalcature, è stato possibile mettere bene in evidenza la collocazione dell'altare provvisorio davanti all'Ancona.
L'attuale permanenza plurideccenale di questo provvisorio è dovuto dalla non approvazione dei molti progetti
presentati all'Autorità competente da parte della Parrocchia.
TEMPORA NONDUM MATURA SUNT.
UTINAM BONA VENIANT.