Immacolata 21 - Abbazia Benedettina di Finalpia

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Immacolata 21

Attualità
SOLENNITÀ DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

AQUERÒ
Aquerò, così Bernadette chiamava Maria, la Signora, nel suo dialetto.
L’11 febbraio1858 a Lourdes, in Francia, cominciarono le apparizioni mariane più conosciute al mondo.
La Vergine Maria apparve a Marie-Bernarde Soubirous, una ragazza di quattordici anni delicata e cagionevole di salute. Bernadette proveniva da una famiglia poverissima che abitava in un luogo umido e invivibile (il vecchio locale adibito a prigione di Lourdes, abbandonato perché troppo malsano). Figlia di Francois e Louise, gestori di un mulino, poi caduti in povertà a seguito della crisi agricola che colpì la Francia, conobbe la malattia, il disagio e l’esclusione dalla società civile, ma allo stesso tempo visse in un clima di armonia e affetto familiare. “E’ perché ero la più povera e la più ignorante che la Santa Vergine mi ha scelta”, così diceva.
L’abate Peyramale, parroco di Lourdes, voleva sapere il nome della donna che si incontrava con la bambina; che dicesse una buona volta come si chiamava, forse stanco della definizione che ne dava Bernardette che continuava a chiamarla con un banale Aquerò, “quella cosa là” in dialetto locale, l’unico che la fanciulla parlasse.
Così il giorno dopo, quando Bernardette torna alla grotta, ci prova.
Ma non riceve risposta, solo un bellissimo sorriso.
Riferisce all’abate, che ne è infastidito. «Allora mi disse che si prendeva gioco di me e che farei bene a non più ritornarci; ma io non potevo impedirmi di andarci». Ricorda Bernardette.
È il 25 marzo quando Bernardette sente il bisogno di tornare alla grotta. Quel giorno è la festa della Madonna, festa dell’Annunciazione.
Aquerò torna a mostrarsi, la fanciulla allora le chiede il nome, come da richiesta del parroco. Aquerò si limita a sorridere, come l’altra volta. Bernardette allora ripete la richiesta un’altra volta; e un’altra volta ancora.
Ricorda la fanciulla: «Sorrideva sempre. Infine mi azzardai una quarta volta.
Allora, tenendo le due braccia aperte, alzò gli occhi guardando il cielo, poi mi disse, giungendo le mani all’altezza del petto: “Que soy era Immaculada Councepciou”. Sono le ultime parole che mi ha rivolto. Aveva gli occhi azzurri…».
Que soy era a Immaculada Councepciou, in dialetto locale voleva dire: “IO SONO L’IMMACOLATA CONCEZIONE”.
In questo modo, in quel 25 marzo del 1858, il Signore veniva a confermare, tramite la sua creatura prediletta (“Termine fisso d’etterno consiglio”, recita la preghiera alla Vergine di Dante Alighieri) e una povera bambina francese (insignificante per il mondo ma non per Dio), il DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE, proclamato l’8 dicembre di quattro anni prima da Pio IX tramite la Costituzione apostolica Ineffabilis Deus.
Queste sono le ultime parole che la Madonna rivolge alla fanciulla.

C’è da aggiungere ciò che la stessa Bernardette disse in punto  di morte.
È noto che una sua consorella (una suora) nutriva una particolare ostilità per Bernardette.
Questa, durante l’agonia, riprese un po’ di conoscenza. Quella suora perfidamente ne approfittò per sussurrarle: “Stai per morire! ... Dì la verità: tu alla grotta non hai visto niente !”.
La Santa singhiozzando, tra le lacrime, ribadì: L‘ho vista…, l’ho vista, l’ho vista…”.
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