Ab. Placido
Abbazia > Lutti
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il Regno
preparato per voi fin dalla fondazione del mondo” (MT 25,34).


Rev.mo Ab. Placido Colabattista, nato 4 ott. 1919, prof. 25 ott. 1936, sac. 22 dic. 1942,
el. 9 nov. 1979, conf. 17 nov. 1979, ben. 30 dic. 1979, dimiss. 26 ott. 1997. Deceduto il 6 sett. 2016.

Nato a Viverone, in provincia di Vercelli (ora Biella), il 4 ottobre del 1919, al Fonte battesimale ricevette il nome di Angelo.
Presto la famiglia si trasferì, per motivi di lavoro, a Finale Ligure dove trovò casa sulla via Aurelia, quasi dietro alla Basilica di S. Giovanni Battista.
Presto la famiglia si trasferì, per motivi di lavoro, a Finale Ligure dove trovò casa sulla via Aurelia, quasi dietro alla Basilica di S. Giovanni Battista.
Il piccolo Angelo cominciò a servirvi come chierichetto.
Manifestato il desiderio di farsi prete, in famiglia ci si orientò verso l’Abbazia di Finalpia, dove Angelo entrò nel 1930, ad 11 anni.
Fin dagli anni della preparazione al sacerdozio, si rivelò particolare predisposizione per la musica ed il canto ecclesiastici.
Tali doti musicali lo portarono a divenirne, con l’applicazione e l’esperienza, un sensibile esecutore ed un finissimo ed apprezzato intenditore.
Tali doti musicali lo portarono a divenirne, con l’applicazione e l’esperienza, un sensibile esecutore ed un finissimo ed apprezzato intenditore.
Fece la prima professione monastica nel 1936 e divenne sacerdote nel 1942, in pieno Conflitto mondiale. (Per il pericolo dei bombardamenti, l’ordinazione sacerdotale avvenne nella chiesa Cattedrale di Novi, località meno a rischio).
Come monaco si applicò in molti settori della vita dell’Abbazia.
S’interessò della tipografia e dell’approvvigionamento della cucina.
Ai suoi tempi, nel refettorio non c’erano solo dei vecchietti, ma c'erano anche ragazzi e giovanotti nel fiore degli anni: gli Artigianelli della tipografia e lo Studentato filosofico/teologico dei i monasteri italiani
Così, con lui, fece comparsa in Abbazia la Giardinetta (una Fiat 500 famigliare, con parte della carrozzeria ancora a pannelli di legno) che gli permetteva di andare a fare le spesa ai mercati generali di frutta e verdura all’ingrosso a Savona, con notevoli risparmi.
Si dice che il primo amore non si scorda mai !
Il suo amore per la musica ed il canto ecclesiastici si diffusero tra i parrocchiani. Così fondò e diresse per anni la Corale parrocchiale di Finalpia.
Curò varie migliorie del nostro organo e s’interessò affinché celebri esecutori venissero a far sfoggio della loro bravura.
Curò il restauro della chiesa parrocchiale: tetto, facciata (con il nuovo portone d’ingresso), interno (rifacendo le tinteggiature e tutte le dorature).
Eletto Abate nel 1979, resse l’Abbazia fino al 1997.
A questo punto ci sarebbe molto da scrivere, ma vale di più condensare tutto nella frase che ci ha scritto in questi giorni l’Abate Philip del celebre Monastery of Christ in the Desert, in Arizona (USA), che è stato in visita da noi: Abbot Placido was a serious man and a good monk: un buon monaco che colpiva per la sua serietà.
Come monaco si applicò in molti settori della vita dell’Abbazia.
S’interessò della tipografia e dell’approvvigionamento della cucina.
Ai suoi tempi, nel refettorio non c’erano solo dei vecchietti, ma c'erano anche ragazzi e giovanotti nel fiore degli anni: gli Artigianelli della tipografia e lo Studentato filosofico/teologico dei i monasteri italiani
Così, con lui, fece comparsa in Abbazia la Giardinetta (una Fiat 500 famigliare, con parte della carrozzeria ancora a pannelli di legno) che gli permetteva di andare a fare le spesa ai mercati generali di frutta e verdura all’ingrosso a Savona, con notevoli risparmi.
Si dice che il primo amore non si scorda mai !
Il suo amore per la musica ed il canto ecclesiastici si diffusero tra i parrocchiani. Così fondò e diresse per anni la Corale parrocchiale di Finalpia.
Curò varie migliorie del nostro organo e s’interessò affinché celebri esecutori venissero a far sfoggio della loro bravura.
Curò il restauro della chiesa parrocchiale: tetto, facciata (con il nuovo portone d’ingresso), interno (rifacendo le tinteggiature e tutte le dorature).
Eletto Abate nel 1979, resse l’Abbazia fino al 1997.
A questo punto ci sarebbe molto da scrivere, ma vale di più condensare tutto nella frase che ci ha scritto in questi giorni l’Abate Philip del celebre Monastery of Christ in the Desert, in Arizona (USA), che è stato in visita da noi: Abbot Placido was a serious man and a good monk: un buon monaco che colpiva per la sua serietà.
All’approssimarsi dei 97 anni d’età i suoi problemi di salute si facevano sempre più frequenti e seri, ma ciò non gli impediva di guardare al suo futuro con un’eccezionale tenacia ed la ferma volontà di superarne tutte le difficoltà.
Quando qualcuno se ne va, si dice che è stato raggiunto dal gelido soffio della morte.
L’Abate Placido ha sentito, invece, il manto della Madonna di Pia avvolgerlo, per portarlo con Sé – nel Mondo di Dio.
L’Abate Placido ha sentito, invece, il manto della Madonna di Pia avvolgerlo, per portarlo con Sé – nel Mondo di Dio.
E' sepolto tra i suoi confratelli nel cimitero di Calvisio.
Te Christus in sua pace, frater dilectissime !