Madonna con il Bambino e san Giovannino - Abbazia Benedettina di Finalpia

Abbazia Benedettina Finalpia
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Madonna con il Bambino e san Giovannino

Documenti
1-MADONNA CON IL BAMBINO E CON IL PICCOLO GIOVANNI BATTISTA
(clicca sulle foto)
I fondatori di questo monastero provenivano dalla Toscana (Monte Oliveto presso Siena), quindi è comprensibile che essi abbiano portato a Finalpia delle tecniche artistiche tipiche di quella regione, come questi tre esemplari della scuola dei Della Robbia (prima metà del ‘500).
 
Queste Robbiane sono tanto più apprezzate in quanto sono le uniche di tutta la Liguria.
 
1-La Madre col Bambino e Giovannino (vicino allo scalone che conduce al 1° piano)
Il gruppo si trova attualmente nel locale dello scalone, vicino alla porta che dà nel Primo chiostro.
In cinque secoli, però, ha trovato diverse collocazioni, anche  al  piano superiore.
Nella parete, dove questo gruppo è inserito, si apriva (fino agli anni 1950) una porta che immetteva nel salone del Primo chiostro.
 Il suolo dei porticati dei chiostri era rimasto per secoli (fino  agli anni 1950) in terra battuta ed i monaci potevano così scendere dal dormitorio fino al primo piano e quindi passare, per successive porte interne, dal refettorio, fino alla chiesa senza dover passare per i chiostri.
Evitavano così  di infangarsi le scarpe,  in caso di brutto tempo: ne valeva, oltre che il decoro personale, anche la pulizia dei pavimenti della chiesa e del monastero.
Delle tre robbiane, questa è forse la più preziosa, ma anche la più danneggiata.
Vi sono esperti che vi scorgono la mano dello  stesso Giovanni della Robbia e non soltanto un prodotto della sua bottega: il viso della Madonna rivela il tocco di un artista (non di un lavorante di  bottega, intento più che altro, a riprodurre in serie le opere più richieste).
 
I danni più grandi riguardano il Bambino Gesù, che è stato decapitato ed ha alcuni arti danneggiati. (Chi poi ha cercato di rimediare, rifacendo una nuova testa al Bambino, ha rivelato molta buona volontà, ma non un tocco d’artista).
Inoltre, al piccolo s. Giovanni Battista è stato sfregiato il volto.
 
NOTA. Tra il 1800 e il 1900 questi locali ospitarono le scuole elementari del Comune di Finalpia ed è probabile che, i più discoli tra gli scolari di allora, se ne siano approfittati per praticare un atroce bullismo ante litteram su questi due Bimbi del gruppo robbiano.
 
C’è anche chi avanza un’ipotesi, circa la decapitazione della statua di Gesù bambino ...
La testa (probabilmente di notevole pregio artistico) sarebbe stata accuratamente asportata (o fatta asportare, su commissione) da qualcuno che la voleva tutta per sé, o per farne commercio.
Caso non raro e ben noto, a chi s'interessa d'arte.

Ma veniamo  al nostro gruppo, cercando di apprezzarne i valori che ancora vi si colgono.

L’insieme si distingue per il suo notevole sviluppo in altezza (m. 2,20) e per le sue varie articolazioni – o, come si dice con termine tecnico, per i suoi “registri”.
Il gruppo infatti è composto di quattro registri:
-nel primo in alto (arcuato), con due angeli che si affiancano alla Colomba (simbolo dello Spirito Santo), dalla quale si dipartono fiamme di fuoco verso il basso;
-nel secondo registro (sottostante al precedente e più ampio) c’è la Madonna seduta, con Gesù Bambino sulle ginocchia ed ai piedi il piccolo s. Giovanni Battista.
-il terzo registro è longitudinale, con al centro la scena del Cristo nel sepolcro, affiancato da figure di Santi (la Madonna a sinistra e s. Giovanni apostolo a destra). Ai lati della scena centrale: c'è s. Benedetto, a sinistra  e  s. Bernardo Tolomei, il fondatore dei monaci Olivetani, a destra.
Alle 2 estremità di questo registro  viene ripetuto lo Stemma olivetano: tre monti, la Croce e gli ulivi.
-il quarto registro in basso, con funzione di  chiusura, mostra al centro un angelo che ostenta con le mani aperte il simbolo Olivetano; ai lati di quest’angelo due cornucopie traboccanti di frutti e verzura, fanno da cornice conclusiva del gruppo.
 
Si deve infine osservare che questo esemplare è il più ricco di elementi ornamentali con un festone vegetale carico di frutti e fogliami che conferisce una nota di vivacità naturalistica a tutto l’insieme. Inoltre per ben tre volte è ripetuto lo stemma della Congregazione benedettina olivetana (fondatrice del monastero) con i tre monti, la Croce e gli ulivi, richiamanti il Giardino degli ulivi della Passione del Signore.

Questo gruppo è stato evidentemente commissionato da chi ci teneva che risaltasse che era si trattava di  Madonna per un monastero di monaci olivetani: e chissà che non sia stato lo stesso Fra’ Angelo di Albenga a prenderne l'iniziativa?
La data dell'opera (1522, circa) corrisponderebbe proprio ad primo priorato (1518-1523) del novello giovane Priore.
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