25° di Professione - Abbazia Benedettina di Finalpia

Abbazia Benedettina Finalpia
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25° di Professione

Abbazia > Come viviamo > 3-VITA > 2021

Omelia di D. Franco Gazzera
in occasione del 25° di Professione monastica di
don Valter Marino




Oggi celebriamo il 25° di professione monastica del nostro fratello don Valter Marino.

Però lasciatemi dire che, non per mancanza di rispetto nei suoi confronti, anzi, siamo qui ad esaltare, nella storia della sua vita, il mirabile disegno che Dio ha voluto tratteggiare per lui. A lui il merito di aver accettato, di non aver opposto quella resistenza egocentrica che tanti fedeli manifestano. Infatti il disegno di Dio è un vero capolavoro di coincidenze, di decisioni, di incontri, che hanno costituito quel fedele sacerdote che oggi noi conosciamo.

La storia della sua vita ha incrociato, in parecchie occasioni, San Bartolomeo che divenne suo mentore, così che, anche lui, ha dato testimonianza della Buona Novella contro i tanti attuali seguaci di Astarot e che ha emendato nella sua pia opera, ora come pastore di anime, ora come confessore di peccatori di provincia.
Il suo ampio sguardo sul mondo è frutto, appunto, delle scelte divine che lo hanno catturato nella provincia piemontese, per trasvolarlo fino alle Pampas argentine, dall’altro capo del mondo. Tale esperienza lo ha poi fatto capitare nei sobborghi londinesi, quando, con un altro di quei voli speciali, il Signore gli ha voluto far sperimentare la diversa mentalità della Terra di Albione.
Fu un’esperienza particolare, perché, anche in quell’occasione, fu in prima linea in una comunità di fedeli multietnici, in un mondo che stava rapidamente cambiando, ma che là allora si era all’avanguardia per quanto riguardava le problematiche migratorie.

Ma San Bartolomeo era sempre lì a proteggerlo e ad indicargli la via. Quindi dopo altre brevi esperienze, il Signore ha voluto cambiargli la guida spirituale e lo ha affidato al nostro Santo Padre Benedetto che ha voluto annoverarlo tra i suoi figli prediletti.
Così nell’anno 1996 l’Abbazia di Finalpia ha potuto abbracciarlo tra i fratelli. Che la sua vocazione fosse ferma e particolare si è subito notato, infatti è stato preso anche sotto l’ala protettrice della Madonna di Pia.

Perciò da 25 anni quotidianamente le sue preghiere si elevano alla Madre Celeste accompagnate dalla colonna sonora dei canti gregoriani che i figli di San Benedetto elevano ogni sera nella compieta. E noi fedeli gioviamo di questo olocausto quotidiano che si basa su una vita di fede vissuta nel mondo.
Quanti avranno visto, anche seppur raramente, percorrere le strade di Pia da quell’alta figura con il basco blu che aveva sempre un sorriso sulle labbra salutando con deferenza chi lo incontrava.
La sua discrezione gli ha permesso anche di essere presente/assente, come spesso capita ai fotoreporter (che ci sono, passano in mezzo a tutti, ma nessuno li nota), perché durante tutti gli eventi che si sono svolti qui in chiesa, comunità monastica e parrocchiale, lo hanno visto immortalare con gli scatti della sua macchina fotografica i momenti che hanno segnato 5 lustri della nostra vita.
Egli è perciò anche un testimone che ha narrato, con quegli scatti, il percorso che ha scandito il tempo delle nostre comunità.
Oggi possiamo essere felici per il traguardo raggiunto certi che non farà mai mancare la sua puntuale ironia nel guidare il fratello.

Chiediamo perciò al Signore di conservarcelo ancora a lungo, e che questa preghiera sia anche il nostro umile ringraziamento per la sua opera monastica e pastorale.
U. I. O. G. D.
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