Dom2 - Finalpia

Abbazia Benedettina Finalpia
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Dom2

Domenica
Affresco del Domenichino (Domenico Zampier),1622 ca.
(Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma)

OSSERVAZIONI
Su un vasto paesaggio caratterizzato da un’ampia apertura spaziale si delinea tutta la scena.
Un albero rigoglioso, leggermente inclinato, funge da divisore architettonico che scandisce in due sezioni non solo gli spazi, ma anche i tempi.
Avanti c’è Giovanni Battista, fermo, vestito con pelli di animali; sul lato i suoi due interlocutori: Giovanni e Andrea.
E’ il Tempo Ordinario, puntuale, finito, dentro il quale siamo immersi dalla nascita alla morte. In esso, per pensare all’Eternità, al Trascendente, abbiamo bisogno di simboli. Infatti la scena ne è piena.

Giovanni è coperto da un sontuoso mantello rosso, un chiaro rimando alla sua testimonianza sino al martirio.
L’agnello ai suoi piedi è invece il simbolo dell’annuncio che ha fatto di lui l’ultimo profeta: Ecco l’agnello di Dio.
Anche gli altri due hanno un mantello: Andrea, di colore giallo, simbolo della sua alta dignità, Giovanni  evangelista di colore azzurro, indica la sua eccezionalità e saggezza. C’è anche un altro particolare:  è raffigurato anziano e non giovane come doveva sicuramente essere. Il particolare che si vuole enfatizzare non riguarda la persona  ma il Vangelo.
Con il braccio destro il Battista indica Gesù in lontananza. Ci inoltriamo così in un’altra dimensione: è il Regno di Dio che sta iniziando tra gli uomini. Questa profonda trascendenza il pittore la rende con un piccolo angelo, messaggero di Dio che indica, con la mano, Colui che sta arrivando. Qui tutto è dinamico: c’è una strada lungo la quale il Messia cammina e  al termine un uomo adagiato per terra: è Adamo. Il pittore ha saputo con tale particolare introdurre la categoria tipologica tanto cara ai Padri Adamo-Nuovo Adamo. Sebbene il Nazareno occupi, apparentemente, una posizione periferica nella rigorosa scansione degli spazi, in realtà è il fulcro di tutta la scena, il punto verso cui è attirata l’attenzione dell’osservatore. Come Giovanni e Andrea anche noi siamo invitati a seguire Gesù, ad inoltrarci per i suoi sentieri.
Venite e Vedrete: solo così possiamo passare  da servi a Figli, dalla morte alla vita.
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